L'opulenza in un toast: recensione di Toasteria italiana
L'opulenza in un toast: recensione di Toasteria italianaAssaggi
A due passi da Piazzale Loreto cresce la scelta gastronomica in termini street, o gastrostreet se preferite, visto che qui si prova a rendere gourmet anche un'esperienza storicamente fugace come il toast.
Il quartiere sta aumentando la possibilità di addentare rapidamente un buon pasto tra patate fritte olandesi, pollerie, panzarottari e focaccerie. Più composta e raffinata l'esperienza alla Toasteria italiana: affreschi sulle pareti, alternati a prosciutti, tavolo in legno, esposizione ordinata ed elegante, in un mix di moderna ricercatezza milanese e qualche orpello di troppo.
La politica dei prezzi livella verso l'alto invogliando a provare le versioni più ricche (qualità e quantità di ingredienti su buoni livelli) e scoraggiando chi entra per mangiare il più classico dei toast, che esce a 5 euro. Ho provato il Toast Tropea, con provola, cotto, zucchine e cipolle. Sapori distinti, cottura perfetta, presentazione gradevole, digestione faticosa.
Il posizionamento è nell'affollato panorama che sublima il fast food con ambizioni gourmet: il livello è medio/alto, il servizio ordinato e lievemente ingessato. Semmai è il concept stesso a lasciare qualche dubbio perché si finisce inevitabilmente per desiderare lo stesso companatico in una michetta o in 2 fette di pane casareccio. O forse no.
Curiosa, infine, la carta dei vini, composta esclusivamente da produttori sardi, come se fossimo in un chiosco che propone pane carasau e Sa corda. Ecco, a quando un truck sardocentrico?
Il quartiere sta aumentando la possibilità di addentare rapidamente un buon pasto tra patate fritte olandesi, pollerie, panzarottari e focaccerie. Più composta e raffinata l'esperienza alla Toasteria italiana: affreschi sulle pareti, alternati a prosciutti, tavolo in legno, esposizione ordinata ed elegante, in un mix di moderna ricercatezza milanese e qualche orpello di troppo.
La politica dei prezzi livella verso l'alto invogliando a provare le versioni più ricche (qualità e quantità di ingredienti su buoni livelli) e scoraggiando chi entra per mangiare il più classico dei toast, che esce a 5 euro. Ho provato il Toast Tropea, con provola, cotto, zucchine e cipolle. Sapori distinti, cottura perfetta, presentazione gradevole, digestione faticosa.
Il posizionamento è nell'affollato panorama che sublima il fast food con ambizioni gourmet: il livello è medio/alto, il servizio ordinato e lievemente ingessato. Semmai è il concept stesso a lasciare qualche dubbio perché si finisce inevitabilmente per desiderare lo stesso companatico in una michetta o in 2 fette di pane casareccio. O forse no.
Curiosa, infine, la carta dei vini, composta esclusivamente da produttori sardi, come se fossimo in un chiosco che propone pane carasau e Sa corda. Ecco, a quando un truck sardocentrico?
7
7
8
6
Voto finale
Potrebbe interessarti...
ACCOUNT CREATO
Il tuo account è stato creato e ti è stato inviato il link di attivazione all'email che hai indicato in fase di registrazione.Ricorda che per attivare il tuo account, prima di effettuare il login, devi cliccare sul link di attivazione che riceverai nella email.