Hamburger e non solo: la recensione di Rock Burger
Hamburger e non solo: la recensione di Rock BurgerAssaggi
Mesi fa, poco dopo la sua apertura, decido di armarmi di buona pazienza e sano pregiudizio e dirigermi da Rock Burger, immaginandomi un'hamburgeria stilosa e ricercata, con questo strano richiamo al "rock", convinto di trovarmi dentro a qualche posto finto vintage con foto di Hendrix e chitarre ovunque.
Al primo passo nel locale, invece, le note di Cowboys from Hell dei Pantera mi investono, come in un viaggio nel tempo! Caccio la testa dentro e vedo un ambiente da pub fine anni '90, una cucina a vista che paga il dazio ai tempi odierni e una serie di camerieri schietti e poco ingessati. Felice di essere il più possibile lontano dallo stereotipo, azzanno il mio Black Angus, perfettamente assemblato, me lo godo, memorizzo un pollice alto ed esco felice di aver conosciuto questi dopolavoristi della polpetta, un gruppo di ragazzi che vengono da altre esperienze a cui ancora si dedicano per la maggior parte del tempo.
Tempo qualche mese e Rock Burger diventa il covo mangereccio di StreetFoodaMilano: una piccola oasi di cultura carnivora primordiale e poco modaliola, ma tutt'altro che improvvisata, dove al fianco delle usuali svizzere svettano piatti della tradizione americana piuttosto inediti da noi come il brisket, il chili e delle ribs gloriose.
Al netto di alcune lacune sulle bevande (da un posto rock mi aspetto una selezione di birra di ben altro livello), la qualità di tutta la proposta sale progressivamente e da queste parti mangio perfino alcuni dei migliori hamburger vegetariani mai provati (sarà che non lo scelgo mai...), a base di legumi e verdure, invece che con i dannati seitan e tofu.
Riuscita anche la versione con il salmone, di spiccata piccantezza e croccantezza. E poi c'è lui, il campione dei sensi di colpa cardiovascolari sin dal nome, Hardening of the Arteries. La descrizione non fa prigionieri: carne di manzo, burro, scalogno glassato al miele, senape al cumino. Impossibile, infine, tacere del Surfin Bird, l’hamburger con il formaggio all’interno della macinatura.
Se l'avete provato sapete di cosa parlo, per tutti gli altri vale un solo consiglio: non entrate da queste parti a ridosso con le vostre prossime analisi del sangue, potreste pentirvene. Ma va bene così, da Rock Burger si viene per godere un po'. Per tutto il resto c'è il banco dei prodotti vegani dell'Esselunga.
Al primo passo nel locale, invece, le note di Cowboys from Hell dei Pantera mi investono, come in un viaggio nel tempo! Caccio la testa dentro e vedo un ambiente da pub fine anni '90, una cucina a vista che paga il dazio ai tempi odierni e una serie di camerieri schietti e poco ingessati. Felice di essere il più possibile lontano dallo stereotipo, azzanno il mio Black Angus, perfettamente assemblato, me lo godo, memorizzo un pollice alto ed esco felice di aver conosciuto questi dopolavoristi della polpetta, un gruppo di ragazzi che vengono da altre esperienze a cui ancora si dedicano per la maggior parte del tempo.
Tempo qualche mese e Rock Burger diventa il covo mangereccio di StreetFoodaMilano: una piccola oasi di cultura carnivora primordiale e poco modaliola, ma tutt'altro che improvvisata, dove al fianco delle usuali svizzere svettano piatti della tradizione americana piuttosto inediti da noi come il brisket, il chili e delle ribs gloriose.
Al netto di alcune lacune sulle bevande (da un posto rock mi aspetto una selezione di birra di ben altro livello), la qualità di tutta la proposta sale progressivamente e da queste parti mangio perfino alcuni dei migliori hamburger vegetariani mai provati (sarà che non lo scelgo mai...), a base di legumi e verdure, invece che con i dannati seitan e tofu.
Riuscita anche la versione con il salmone, di spiccata piccantezza e croccantezza. E poi c'è lui, il campione dei sensi di colpa cardiovascolari sin dal nome, Hardening of the Arteries. La descrizione non fa prigionieri: carne di manzo, burro, scalogno glassato al miele, senape al cumino. Impossibile, infine, tacere del Surfin Bird, l’hamburger con il formaggio all’interno della macinatura.
Se l'avete provato sapete di cosa parlo, per tutti gli altri vale un solo consiglio: non entrate da queste parti a ridosso con le vostre prossime analisi del sangue, potreste pentirvene. Ma va bene così, da Rock Burger si viene per godere un po'. Per tutto il resto c'è il banco dei prodotti vegani dell'Esselunga.
7
8
9
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Voto finale
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