Pescaria raddoppia e ci prende di nuovo all'amo

Pescaria raddoppia e ci prende di nuovo all'amo
Speciale

"Pesce che vince non si cambia" recita un antico adagio di Polignano a Mare. E così il fast food a trazione pugliese di via Bonnet può salutare la nascita del suo primo fratellino, posizionato in una via Solari non certo avara di soluzioni per venire incontro al languorino di ambrogiana memoria, eppure notevole per qualche ragione.

Noi di SFaM non abbiamo potuto mancare all'evento di presentazione, che ha visto anche questa volta una collaborazione con le Cantine di San Marzano, un po' per la professionalità che ci contraddistingue, un po' perché siamo ghiotti del pesce di qualità che si poteva apprezzare anche nella prima delle due sedi meneghine e quando si affaccia la canicola ci piace nuotare nel frizzantino.

Ci siamo dunque fatti largo tra schiere di blogger intenti a cercare l'inquadratura migliore per i propri calici e abbiamo disvelato un locale sicuramente più spazioso e con due novità assolute: un buon numero di posti a sedere e la possibilità di prenotare. Se in via Bonnet il locale rimane piuttosto striminzito e il suo successo si misura anche nelle decine di minuti di attesa (sbagliare l'approccio di una manciata di secondi significa consegnare il proprio cadavere affamato agli annali dello street food meneghino), l'introduzione della possibilità di prenotare e la stessa presenza di tavoli e sedie ove far riposare le proprie stremate terga, toglie forse qualcosa al carattere ruspante di Pescaria, ma lo attesta su livelli sicuramente più umani. Proprio in senso fantozziano.

L'estetica è rimasta sostanzialmente invariata: pareti bianche, piastrelle azzurre, legno, qualcosa che ci conduce direttamente al paese natale di Domenico Modugno. Da inguaribili romantici quali siamo, ci saremmo volentieri lasciati accompagnare dalla sua musica, ma siamo a Milano e ci vuole il DJ set, un po' rumoroso e senza particolari slanci, tanto che qualcuno ha preferito trovare refrigerio nel provvidenziale chiosco del gelato allestito proprio fuori dal locale.

Tornando a pesce al companatico (che poi è quel che conta), sul livello delle portate non si discute, così come non si discuteva prima. L'idea di Domingo Iudice continua a risultare vincente: portare la qualità dei prodotti pugliesi (anzitutto di mare, ma non dimentichiamo le verdure e le salse a guarnizione) all'altezza del cibo veloce, tradizionalmente meno gourmet, sulla base delle intuizioni di Lucio Mele. Ne nascono una serie di accostamenti semplici ma in realtà molto ricercati che consentono di far apprezzare anche a chi cerca la soluzione sbrigativa una serie di sapori di sicura soddisfazione.

Non staremo a snocciolare il menu in questa sede, vi invitiamo piuttosto a testarlo personalmente e a venire a raccontarci quel che ne pensate direttamente nella scheda linkata in coda all'articolo. 
 
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