PIZZA MUNDIAL: IL TERZO STATO IN TEGLIA
PIZZA MUNDIAL: IL TERZO STATO IN TEGLIAAssaggi
Non ha l'aura, la storia e la clientela di altre istituzioni del mangiare di strada milanese, non è elegante o ricercata, eppure è impossibile negare a Pizza Mundial una fetta della narrazione gastronomica milanese. Quella autenticamente street e popolare, in un quartiere proletario come Lambrate, dove ha sfamato e sfama studenti e lavoratori con pizza al trancio, panzerotti al forno, arancini e altri fritti da rosticceria.
Rapidità, costanza ed economicità ne guidano la mission. Non si viene da queste parti con grilli gourmet per la testa o per esperienze culinarie fondative, ma per sfamarsi con pochissimi euro, 2 per un trancio ben condito o un fritto, 1 per due pezzi di focaccia. E se l'ambiente è un pugno in un occhio per i borghesi del morso, la rapidità e concretezza del servizio riequilibrano l'equazione.
La pizza è conforme al modello milanese in teglia, quindi croccante sotto (ma senza sperpero di olio che ne frigga la base), alta e morbida. Sicuramente meno satura al sapore del modello Spontini, con un gusto più sobrio, vagamente vicino alla pizza a taglio romana. Niente di assimilabile ad Alice Pizza però, che garantisce un'esperienza molto superiore.
L'impasto sembra discretamente idratato, però è troppo abbondante di sale e di qualche grasso non esattamente digeribilissimo, e i condimenti non spiccano per qualità. D'altronde puntando tutto sul risparmio, il rischio di imbattersi in salumi e materie prime non eccelse è automatico. Bisogna farsi furbi e prendere tranci poco elaborati, come pomodoro, zucchine, o patate.
FOTO CREDIT: GUIDO BORSO
Rapidità, costanza ed economicità ne guidano la mission. Non si viene da queste parti con grilli gourmet per la testa o per esperienze culinarie fondative, ma per sfamarsi con pochissimi euro, 2 per un trancio ben condito o un fritto, 1 per due pezzi di focaccia. E se l'ambiente è un pugno in un occhio per i borghesi del morso, la rapidità e concretezza del servizio riequilibrano l'equazione.
La pizza è conforme al modello milanese in teglia, quindi croccante sotto (ma senza sperpero di olio che ne frigga la base), alta e morbida. Sicuramente meno satura al sapore del modello Spontini, con un gusto più sobrio, vagamente vicino alla pizza a taglio romana. Niente di assimilabile ad Alice Pizza però, che garantisce un'esperienza molto superiore.
L'impasto sembra discretamente idratato, però è troppo abbondante di sale e di qualche grasso non esattamente digeribilissimo, e i condimenti non spiccano per qualità. D'altronde puntando tutto sul risparmio, il rischio di imbattersi in salumi e materie prime non eccelse è automatico. Bisogna farsi furbi e prendere tranci poco elaborati, come pomodoro, zucchine, o patate.
FOTO CREDIT: GUIDO BORSO

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