PIZZA A MILANO - LA RECENSIONE DI BRISCOLA
PIZZA A MILANO - LA RECENSIONE DI BRISCOLAAssaggi
Briscola Pizza Society. La specifica è d'obbligo per evitare che entrino gli anziani e chiedano fiumi di Bonarda e un mazzo di carte. Terminologia e arredamento conviviale, comunicazione affilata, format funzionale, con tanto di hastag #pizzasharing, posizione buona, vicino a Porta Romana e a fianco della Briacioleria messinese.
Passo indietro. Inizio 2015: i ragazzi di Foodation si prendono una pausa dagli hamburger e dai kebab (gastronomici) e passano alla pizza. Trovando subito la quadratura del cerchio. Non tanto per il format milanese 2.0 (modalità sharing, ma non troppo; rustico, ma ricercato, pulito, ma senza tovaglia), quanto per la pizza stessa, che si piazza subito nelle prime posizioni a Milano.
Vero, non ci vuole molto, ma da queste parti hanno chiamato le persone giuste e fatto le cose per bene. Forno a gas, senza tanta isteria, lunghe maturazioni (24 ore in media), materia prima di buon livello, cotture esemplari. E ovviamente la comunicazione, pietra angolare di ogni format moderno. Da qui l'idea delle pizzine, così ne provi di più (spendi abbastanza) e condividi, con buona pace dei puristi.
Ovviamente potete scegliere anche la pizza classica, dal diametro importante e dai prezzi meneghini, con la margherita che esce a 7 euro. In ogni caso mangerete un buon prodotto. Siamo alla congiunzione tra la tradizione napoletana, le moderne pizzerie gourmet e tutto quel mondo del pizzocentrismo moderno che punta tutto su digeribilità, idratazione, cotture accorte e alveolatura ineccepibile.
Sorprende soprattutto la qualità media, anche tra le diverse voci del menù: dalle tradizionali, alle stagionali, difficile trovare un pizza che esca male dal forno. Non mi pare cosa di poco conto.
Passo indietro. Inizio 2015: i ragazzi di Foodation si prendono una pausa dagli hamburger e dai kebab (gastronomici) e passano alla pizza. Trovando subito la quadratura del cerchio. Non tanto per il format milanese 2.0 (modalità sharing, ma non troppo; rustico, ma ricercato, pulito, ma senza tovaglia), quanto per la pizza stessa, che si piazza subito nelle prime posizioni a Milano.
Vero, non ci vuole molto, ma da queste parti hanno chiamato le persone giuste e fatto le cose per bene. Forno a gas, senza tanta isteria, lunghe maturazioni (24 ore in media), materia prima di buon livello, cotture esemplari. E ovviamente la comunicazione, pietra angolare di ogni format moderno. Da qui l'idea delle pizzine, così ne provi di più (spendi abbastanza) e condividi, con buona pace dei puristi.
Ovviamente potete scegliere anche la pizza classica, dal diametro importante e dai prezzi meneghini, con la margherita che esce a 7 euro. In ogni caso mangerete un buon prodotto. Siamo alla congiunzione tra la tradizione napoletana, le moderne pizzerie gourmet e tutto quel mondo del pizzocentrismo moderno che punta tutto su digeribilità, idratazione, cotture accorte e alveolatura ineccepibile.
Sorprende soprattutto la qualità media, anche tra le diverse voci del menù: dalle tradizionali, alle stagionali, difficile trovare un pizza che esca male dal forno. Non mi pare cosa di poco conto.

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