OPA! I balcani in un

OPA! I balcani in un
Assaggi

Un monolocale, anche meno: è la dimensione di OPA! Balkan Food in viale Bligny, una cucina, un banco con qualche scaffale, e una dozzina di posti a sedere per gustare lo street food balcanico.

Da lì vengono le ricette e la proprietaria (Valentina, una montenegrina milanese che è partita alla ricerca delle proprie radici e le ha trovate, anche, in cucina), e anche i prodotti in vendita (biscotti, snack, bibite, salse, birra Lasko).

Essenzialmente, la proposta si muove tra Serbia, Bosnia e Montenegro. La fa da padrone il burek, un foglio sottilissimo di pasta fillo riempito con carne (con altri ripieni, come formaggi o verdure, non si chiama più burek ma diventa una pita), arrotolato e infornato per una decina di minuti (il che rende il tutto particolarmente “fast”: se non ce ne sono più, i nuovi burek vengono pronti in tempi ridotti).
I prezzi variano a seconda del ripieno, e vanno dai 3,80€ di quelli con verdure ai 4,80€ di quelli con la carne.

Essenzialmente, il burek è appunto una versione della pita, una specie di pane non lievitato diffuso in molte cucine orientali – qui si presenta appunto arrotolato, come quello bosniaco; il serbo invece è rotondo.
 
Ci sono naturalmente alcuni altri piatti (molto gradevole la musakà di patate) e dolci (poco dolci per i miei gusti): il menù è ancora in via di definizione, e appena risolti alcuni problemi logistici dovrebbero arrivare anche i �?evapči�?i, spiedini balcanici di carne trita.
 
Ma cosa vuol dire “Opa”?
Si tratta di un’interiezione generica, diffusa nell’Europa orientale: dai, su, vai…


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Voto finale
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